Quando la solidarietà diventa capitale: il senso di una comunità che si riconnette

Venerdì 23 gennaio 2026 alle 20.30 al cinema Arena di Modena, Beppe Severgnini inaugura l'anno di Modena Capitale italiana del volontariato.

Nel 2026 Modena diventa Capitale italiana del volontariato. L’anno si apre venerdì 23 gennaio alle 20.30 al Cinema Arena di viale Tassoni con un incontro pubblico che vuole interrogarsi sul significato dell’impegno civile in un tempo di solitudine e frammentazione. Ospite della serata è Beppe Severgnini, che dialogherà con la giornalista Laura Solieri sul ruolo del Terzo settore e della cittadinanza attiva. Interverranno Alberto Caldana, presidente del CSV Terre Estensi, Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, il sindaco Massimo Mezzetti, l’assessora regionale Isabella Conti e i rappresentanti delle Fondazioni e del Forum del Terzo Settore della provincia.

La scelta di aprire l’anno con una conversazione pubblica, e non con una cerimonia istituzionale, dice qualcosa di preciso: il volontariato non si celebra, si racconta. E si racconta a partire da una domanda che attraversa la società italiana: come si costruiscono legami in un’epoca che sembra spingerci verso l’isolamento? Come si crea comunità quando i quartieri rischiano di diventare luoghi di semplice transito, dove le persone non si conoscono più?​

Modena ha una lunga storia di associazionismo e mutualismo, di gruppi che hanno saputo rispondere ai cambiamenti del territorio costruendo reti di solidarietà. Oltre 1.700 associazioni attive, circa 65.000 persone impegnate in modo continuativo: numeri che raccontano una pratica diffusa, radicata, silenziosa. Non serve retorica per descriverla. Serve osservare cosa succede ogni giorno nei quartieri, nelle case di riposo, nei centri di accoglienza, nelle scuole, negli ospedali, …​

Essere capitale del volontariato significa dare forma a questa esperienza, renderla visibile, metterla in circolo. Significa mostrare che dietro ogni servizio offerto c’è una scelta: quella di dedicare tempo e attenzione a chi condivide lo stesso spazio urbano, a chi vive una fragilità, a chi rischia di restare ai margini.​

Il progetto che accompagna l’anno di Modena si chiama “VolontariaMO. Il volontariato che connette“, ideato e coordinato dal CSV Terre Estensi. Il titolo suggerisce che l’impegno volontario non si riduce all’offerta di un servizio. È la costruzione di un legame, di una relazione che modifica entrambe le parti: chi offre e chi riceve. È la capacità di tenere insieme mondi diversi: il Terzo settore e le istituzioni pubbliche, le generazioni, i territori, le culture.​

Nella serata del 23 gennaio Severgnini e Solieri proveranno a esplorare questa dimensione: cosa significa veramente prendersi cura degli altri in una società che privilegia l’individualismo? Cosa può insegnare chi sceglie di impegnarsi gratuitamente in un tempo dominato dalla logica del profitto e della competizione? Come si restituisce dignità a questa scelta senza trasformarla in retorica o buonismo?​

L’incontro è aperto a tutti. Non serve essere già volontari, non serve conoscere le sigle e i nomi delle associazioni. Serve la curiosità di capire come si costruisce comunità, come si trasforma la cura del bene comune in un’abitudine collettiva. Il 23 gennaio è solo il primo tassello di un percorso più ampio: un anno di iniziative diffuse nei quartieri, pensate per coinvolgere persone di ogni età e rendere il volontariato accessibile, comprensibile, vicino.​

Il CSV Terre Estensi ha costruito un calendario ricco di appuntamenti che attraversa tutto il 2026, dalla Marcia per la Pace del primo gennaio fino agli eventi autunnali nelle aree interne del territorio. Un programma che include incontri pubblici, festival, laboratori, trekking storici per ripercorrere la tradizione associativa modenese. Chi vuole conoscere nel dettaglio il percorso di Modena Capitale può consultare la presentazione completa del progetto sul sito del CSV Terre Estensi.​

L’incontro del 23 gennaio è un invito a partecipare, a interrogarsi, a scoprire che prendersi cura degli altri è anche prendersi cura di sé, della propria città, del tessuto sociale che tiene insieme una comunità. Non serve retorica, non servono grandi gesti. Serve la scelta quotidiana di esserci.

Guarda la presentazione del calendario di Modena Capitale Italiana del Volontariato 2026:

https://capitaleitalianavolontariato.it/