CSVnet completa la nuova governance

Nella prima seduta dopo l’assemblea elettiva, il Consiglio direttivo ha definito la squadra del Comitato esecutivo ed individuato le direttrici su cui impostare il lavoro dell’associazione nazionale nei prossimi mesi,

Si è tenuto lo scorso 16 – 17 luglio a Roma il Consiglio direttivo di CSVnet, riunitosi per la prima volta dopo l’assemblea elettiva dello scorso 26 giugno.

Tra le novità più importanti c’è la nomina dei componenti del Comitato esecutivo, che vede al suo interno – oltre alla presidente Chiara Tommasini, i vicepresidenti e il tesoriere – i neo eletti Maria Antonia BrigidaMaria Luisa Lunghi e Andrea Pistono.

Fare bene, insieme, consolidare ed evolvere” le parole chiave evidenziate dalla presidente Tommasini nella sua relazione introduttiva. Al centro dell’intervento la  necessità di definire una nuova vision per l’associazione nazionale dei Csv, chiamata a diventare una vera e propria “piattaforma culturale e collaborativa di tutti i centri di servizio” capace di reagire ai profondi cambiamenti legati al nuovo assetto dei Csv e alle nuove dinamiche socio economiche che, soprattutto a seguito della pandemia, animano il contesto di riferimento in cui operano i centri.

In particolare sono quattro le linee strategiche, illustrate durante il consiglio dal direttore Alessandro Seminati, che guideranno le attività già in essere e su cui verranno pianificate quelle future. Tra queste c’è la formazione, da implementare in modo che sia “sempre più capillare e condivisa, correlata ai bisogni dei centri di servizio e che valorizzi le competenze che arrivano dai territori”. 

Altro tema è quello della digitalizzazione, perchèoggi, come sottolineato dal direttore di CSVnet “gli strumenti digitali costituiscono il canale più efficace ed efficiente per gestire i progetti e  dialogare con le Pa e gli stakeholder”.

Tra le sfide anche il lavoro per una maggiore sostenibilità del sistema “in modo da essere sempre più pronti ad ingaggiare le sfide dei Csv nei singoli territori” e la costruzione di una vera “comunità di pratica” per massimizzare idee e prospettive attraverso il confronto e riattivare la partecipazione alla vita del sistema”.